Buona Domenica!

24 Marzo
Domenica delle Palme
Passione del Signore
Domenica delle Palme, le frasi più belle per fare gli auguri

Padre mio,
se questo calice
non può passare via
senza che io lo beva,
si compia la tua volontà.
(Mt 26,42)

Buona Domenica !
dalla Madre Celeste
e Innamorati di Maria

Pubblicato in: Festività, Insegnamenti, Nozioni

Domenica delle Palme


Domenica delle Palme – 2 Aprile 2023

IdM-Buona giornata!

Martirologio Romano: Domenica delle Palme: Passione del Signore, in cui il Signore nostro Gesù Cristo, secondo la profezia di Zaccaria, seduto su di un puledro d’asina, entrò a Gerusalemme, mentre la folla gli veniva incontro con rami di palma nelle mani.

Con la Domenica delle Palme o più propriamente Domenica della Passione del Signore, inizia la solenne annuale celebrazione della Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, con i tormenti interiori, le sofferenze fisiche, i processi ingiusti, la salita al Calvario, la crocifissione, morte e sepoltura e infine la sua Risurrezione.
La Domenica delle Palme giunge quasi a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità dei cristiani, nella riflessione e penitenza, agli eventi drammatici della Settimana Santa, con la speranza e certezza della successiva Risurrezione di Cristo, vincitore della morte e del peccato, Salvatore del mondo e di ogni singola anima.
I Vangeli narrano che giunto Gesù con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme (era la sera del sabato), mandò due di loro nel villaggio a prelevare un´asina legata con un puledro e condurli da lui; se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati rimandati subito.
Dice il Vangelo di Matteo (21, 1-11) che questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria (9, 9) “Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un´asina, con un puledro figlio di bestia da soma”.
I discepoli fecero quanto richiesto e condotti i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme.
Qui la folla numerosissima, radunata dalle voci dell´arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù esclamando “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell´alto dei cieli!”.
A questa festa che metteva in grande agitazione la città, partecipavano come in tutte le manifestazioni di gioia di questo mondo, i tanti fanciulli che correvano avanti al piccolo corteo agitando i rami, rispondendo a quanti domandavano “Chi è costui?”, “Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea”.
La maggiore considerazione che si ricava dal testo evangelico, è che Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso in Palestina, acclamato come solo ai re si faceva, a cavalcioni di un´asina.
Bisogna dire che nel Medio Oriente antico e di conseguenza nella Bibbia, la cavalcatura dei re, prettamente guerrieri, era il cavallo, animale nobile e considerato un´arma potente per la guerra, tanto è vero che non c´erano corse di cavalli e non venivano utilizzati nemmeno per i lavori dei campi.
Logicamente anche il Messia, come se lo aspettavano gli ebrei, cioè un liberatore, avrebbe dovuto cavalcare un cavallo, ma Gesù come profetizzato da Zaccaria, sceglie un´asina, animale umile e servizievole, sempre a fianco della gente pacifica e lavoratrice, del resto l´asino è presente nella vita di Gesù sin dalla nascita, nella stalla di Betlemme e nella fuga in Egitto della famigliola in pericolo.
Quindi Gesù risponde a quanti volevano considerarlo un re sul modello di Davide, che egli è un re privo di ogni forma esteriore di potere, armato solo dei segni della pace e del perdono, a partire dalla cavalcatura che non è un cavallo simbolo della forza e del potere sin dai tempi dei faraoni.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli vi si radunano e il sacerdote leggendo orazioni ed antifone, procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli (possono essere già dati in precedenza, prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di s. Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l´arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l´esecuzione, morte e sepoltura..
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d´Italia, con le parti tenere delle grandi foglie di palma, vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
La benedizione delle palme è documentata sin dal VII secolo ed ebbe uno sviluppo di cerimonie e di canti adeguato all´importanza sempre maggiore data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu accolta dalla liturgia della Siria e dell´Egitto.
In Occidente giacché questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali (il battesimo era amministrato a Pasqua) e all´inizio solenne della Settimana Santa, benedizione e processione delle palme trovarono difficoltà a introdursi; entrarono in uso prima in Gallia (sec. VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno “Gloria, laus et honor”; poi in Roma dalla fine dell’XI secolo.
L’uso di portare nelle proprie case l’ulivo o la palma benedetta ha origine soltanto devozionale, come augurio di pace.
Da venti anni, nella Domenica delle Palme si celebra in tutto il mondo cattolico la `Giornata Mondiale della Gioventù´, il cui culmine si svolge a Roma nella Piazza S. Pietro alla presenza del papa.

Autore: Antonio Borrelli www.santiebeati.it

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Preparazione spirituale alla consacrazione al Cuore Immacolato: 24 marzo 2024

Preparazione spirituale alla consacrazione
al Cuore Immacolato: 24 marzo 2024

IdM-Buona giornata!


Questa è l’ultima mail sulla preparazione.
Vi ricordiamo che tutti possono fare la consacrazione del 25 marzo.

Buona preparazione a tutti!
Domani sia per noi un giorno speciale, l’inizio della vita di veri Innamorati di Maria!

Terzo giorno
24 marzo 2024

Imitare restare sempre uniti a Gesù per mezzo di Maria

Preghiera iniziale

ORAZIONE AL SACRO CUORE DI MARIA

O Cuore immacolato di Maria sempre Vergine,
Cuore, in appresso a quello di Gesù,
il più puro, il più perfetto, il più nobile
che abbia formato la mano onnipotente del Creatore:
fonte inesausto di grazia, di bontà, di dolcezza, di misericordia e di amore;
modello di ogni virtù, immagine perfetta del Cuore stesso di Gesù Cristo,
che tutti i Serafini, gli Angeli e i Santi insieme adorano,
prostrato avanti a Voi, col più profondo rispetto
io Vi ringrazio dei sentimenti d’amore e di misericordia
che aveste e vi prego umilmente di rendermi buono.


Letture per la riflessione personale

Da: “L’imitazione di Maria” di Mariano Grosso

8) Prega per i tuoi amici e benefattori; prega anche per i tuoi detrattori, perché ai buoni sia concessa una grazia adeguata, ai nemici un equo giudizio, a tutti la pace e la misericordia di Cristo. Prega affinché tutti gli uomini, per i quali Dio fece tante cose meravigliose e si abbassò, sottomettendosi umilmente a Maria e a Giuseppe, lo amino, osservino i suoi comandamenti e glorifichino il loro Creatore.

9) Sii riconoscente per i benefici concessi gratuitamente da Dio a tutto il genere umano per mezzo della sua Santissima Madre, tributandole continuamente gratitudine e onore; poiché, se la legge naturale comanda di avere sempre rispetto e amore per i genitori carnali, molto di più i figli della Chiesa devono essere grati e riconoscenti verso la loro Madre spirituale e amare al di sopra di tutti i parenti e i congiunti la Madre di Dio. È necessario che tu impari a salire verso Dio con Maria per mezzo di lodi e di preghiere. È necessario che ti appoggi fiduciosamente al suo patrocinio, senza confidare nelle tue forze, perché la tua mente, oppressa dalle passioni, non resti irretita nelle bassezze; ma, infiammata ogni giorno da nuovi desideri, possa tendere liberamente verso l’alto, dove regna felicemente con Gesù, Re degli angeli, la dolce Vergine Maria, gloriosa Regina del cielo.

10) Purtroppo la debolezza della carne, dopo avere gustato per breve tempo le divine consolazioni, ti spinge ancora una volta a scendere su questa valle di lacrime. Ma allora devi ricorrere con tutte le tue forze alla Madre delle molte misericordie, perché suggerisca al suo Figlio misericordioso che tu non hai più vino, e hai bisogno del sacro unguento della devozione per poterlo degnamente lodare. È lei, infatti, che si prende cura dei poveri, di quanti disprezzano il mondo e di quanti vengono disprezzati nel mondo per Gesù e per il Vangelo del regno. Per cui contro il nemico è molto utile conoscere dove trovare rifugio, al riparo dalle frecce acuminate; e dove difendersi dal freddo e dalle tempeste delle tribolazioni. Non vi è luogo dove rifugiarsi più sicuro del grembo di Maria, né cavallo più veloce per sfuggire alle mani del tentatore, di una preghiera diretta con fede alla fortezza di Maria, Regina nostra.

11) Gesù stesso entrò in questa fortezza, assumendo da lei le sacre membra del suo corpo, per vincere il principe delle tenebre. Anche tu, dunque, entra a rifugiarti all’ombra di questa fortezza, pregando giorno e notte di essere salvato per i meriti della Santissima Vergine da tutti i mali che ti sovrastano, tenendoti al sicuro sotto l’ampio e bellissimo manto della nostra Signora; giacché, quando Maria prega, sparisce ogni torma maligna. Se ti aiuta Maria, scamperai da ogni pericolo. In lei trova rifugio il povero; trova rimedio l’infermo; trova conforto l’afflitto; riceve consigli il dubbioso; trova vigore lo sfiduciato. Sarà un bene, anzi un gran bene per te, se lo meriterai e se sarai pronto e docile ai desideri di Maria, perché riceverai i suoi favori qui in terra e la gloria con tutti gli eletti nel cielo. Tieniti stretto a Maria e non lasciarla, finché non ti abbia benedetto e non ti abbia condotto con la sua guida felice alla reggia del cielo. Amen.

Da: “Il segreto di Maria” di S. Luigi Maria Grignion de Monfort

Modello perfetto in se stesso e che ci tende perfetti in Gesù Cristo
17.
Maria è il grande modello di Dio, fatto dallo Spirito Santo, per formare al naturale un Uomo-Dio per mezzo dell’unione ipostatica e per formare un Uomo-Dio per mezzo della grazia. A questo stampo non manca nessun lineamento della divinità: chiunque vi è gettato e si lascia maneggiare, riceve tutti i lineamenti di Gesù Cristo vero Dio, in modo soave e proporzionato all’umana debolezza, senza tanta agonia, né tanto travaglio; in modo sicuro, cioè senza timore di illusioni, dato che il demonio non ha mai avuto, né avrà mai accesso in Maria, santa ed immacolata, senza ombra della minima macchia di peccato.

In una maniera pura e divina
18
. O anima cara, quale differenza tra un’anima formata in Gesù Cristo con i metodi ordinari di coloro che, come gli scultori, si fidano della loro abilità e si appoggiano sulla loro capacità, e un’anima molto docile, distaccata da tutto, ben fusa, e che, senza confidare affatto in se stessa, si getta in Maria Santissima e si abbandona all’operazione dello Spirito Santo! Quante macchie, quanti difetti, quante oscurità, quante illusioni, quanto di troppo naturale e di umano c’è nella prima, e quanto la seconda è pura, divina, simile a Gesù Cristo!

Perché Maria è il Paradiso e il mondo di Dio
19.
Non c’è, né ci sarà mai creatura alcuna in cui Dio sarà più grande, al di fuori di Lui stesso e in Lui stesso, che nella divina Maria, senza eccettuare i Beati, i Cherubini e i più alti Serafini, nel Paradiso stesso. Maria è il Paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, dove il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo, per compiacervisi. Egli ha creato un mondo per l’uomo pellegrino, ed è questo che abitiamo; ha creato un mondo per l’uomo beato, ed è il Paradiso; ma ne ha creato un altro per Lui stesso e gli ha dato nome Maria: mondo, questo, sconosciuto a quasi tutti i mortali qui in terra, e incomprensibile anche a tutti gli Angeli, i Beati Comprensori del Cielo, i quali, meravigliati di vedere Dio così alto e così distante da tutti loro, così separato e così nascosto nel suo mondo, la divina Maria, esclamano giorno e notte: “Santo, Santo, Santo!”.

Paradiso dove lo Spirito santo fa entrare la nostra anima perché vi trovi Dio
20
. Beata, mille volte beata è quaggiù quell’anima, a cui lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria, perché lo conosca; a cui apre questo giardino chiuso perché vi entri; questa fonte suggellata perché vi attinga e beva a gran sorsi le acque vivificatrici della grazia! Quest’anima non troverà che Dio solo, senza creatura, in quest’amabile creatura: ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo ed elevato, infinitamente condiscendente e proporzionato alla propria debolezza. Dio, essendo dappertutto, si può trovare dappertutto, perfino nell’inferno; ma non vi è luogo in cui la creatura possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza quanto in Maria, poiché appunto per questo Dio si incarnò in Lei. Dovunque egli è il pane dei forti e degli Angeli, ma in Maria è il Pane dei figli.

Perché Maria, lontano dall’esserci di ostacolo, getta la nostra anima in Dio e la unisce a Lui
21
. Non si creda, dunque, come alcuni falsi illuminati, che Maria, perché creatura, sia di impedimento all’unione con il Creatore; non è più Maria che vive, ma Gesù Cristo solo, Dio solo che vive in Maria. La sua trasformazione in Dio supera quella di San Paolo e degli altri Santi, molto più che il Cielo non superi in altezza la terra. Maria è stata creata solo per Dio, e quindi, ben lontano dal ritenere per se stessa un’anima, la getta in Dio e la unisce a Lui tanto più perfettamente quanto più questa anima è unita a Lei. Maria è l’eco meravigliosa di Dio, che non risponde che: “Dio”, quando le si grida: “Maria”; che glorifica soltanto Dio, quando, con Sant’Elisabetta, viene chiamata beata. Se i falsi illuminati, così miseramente ingannati dal demonio perfino nell’orazione avessero saputo trovare Maria, e per mezzo di Maria, Gesù e, per mezzo di Gesù, Dio, non sarebbero caduti così miseramente.


Preghiera finale

Preghiera a Maria per i suoi fedeli schiavi

Io ti saluto, o Maria, Figlia diletta dell’Eterno Padre; io ti saluto, o Maria, Madre ammirabile del divin Figlio; io ti saluto, o Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia cara Madre, mia amabile padrona e mia potente Sovrana; io ti saluto, mia gioia, mia gloria, cuore mio ed anima mia! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però non lo sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente mi dono, come eterno schiavo, senza riserva alcuna, né per me né per gli altri.
Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te ne supplico, in questo momento, e sii la Padrona assoluta di tutto quanto possiedo; distruggi in me, sradica, annienta tutto ciò che spiace a Dio, e in me pianta, innalza, opera tutto ciò che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime contemplazione ponga un freno alle distrazioni della mia immaginazione vagabonda; la tua vista ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l’incendio della carità del tuo Cuore dilati ed infiammi il mio, così tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi meriti siano mio ornamento e mio supplemento presso Dio. Infine, o mia carissima e diletta Madre, fa’, se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; che io non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che io non abbia altro cure che il tuo per amare Dio con puro ed ardente amore come Te.

Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né piaceri anche spirituali. A te si addice di vedere chiaramente senza tenebre; a Te di gustare pienamente senza amarezze; a Te di trionfare gloriosamente alla destra di tuo Figlio in Cielo, senza umiliazioni di sorta; a Te di comandare in modo assoluto agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine di disporre, a tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza eccezione alcuna. Ecco, o divina Madre, l’eccellente porzione che il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà tolta, ciò che mi causa grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu avesti nel mondo, e cioè: credere puramente, senza nulla gustare e vedere; soffrire con gioia, senza consolazione di creature; morire, continuamente e senza tregua, a me stesso; lavorare molto per Te, fino alla morte, senza alcun interesse, come il più vile dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti chiedo, e che, tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica tre volte: “Amen: Così sia”, a tutto quello che tu facesti sulla terra durante la tua vita mortale; “Così sia”, a tutto quello che adesso fai in Cielo; “Così sia”, a tutto quello che fai nella mia anima, perché ci sia Tu sola a glorificare pienamente Gesù in me nel tempo e nell’eternità. Amen.


LA CONSACRAZIONE AL CUORE DELLA MADRE

La consacrazione a Maria, e in particolare, al Suo Cuore, è sempre stata fonte inesauribile di vita interiore per le anime dei credenti.
Essa appare analoga alla vita religiosa che, come il Concilio Vaticano II afferma “ha le sue radici più profonde nella consacrazione battesimale e ne è un’espressione più perfetta” (PC 5).
Gli ultimi pontefici hanno parlato in termini positivi della consacrazione mariana. Giovanni Paolo II si è così espresso: “Come potremmo vivere il nostro battesimo senza contemplare Maria, la benedetta fra le donne, così accogliente del dono di Dio? Cristo ce l’ha data per madre. L’ha data per madre alla Chiesa. Ogni cattolico spontaneamente si consacra a Lei per meglio consacrarsi al Signore.” (Giovanni Paolo II, Angelus a Le Bourget 1.6.1988).
Lo stesso Papa, inoltre, mette in relazione il mistero della Redenzione con “il cuore della Vergine di Nazareth, quando ha pronunziato il suo fiat.. Da quel momento questo cuore verginale ed insieme materno, sotto la particolare azione dello Spirito Santo, segue sempre l’opera del suo Figlio e va verso tutti coloro che Cristo ha abbracciato e abbraccia continuamente nel suo inesauribile amore. E perciò questo cuore dev’essere anche maternamente inesauribile. La caratteristica di questo amore materno, che la madre di Dio immette nel mistero della Redenzione e della vita della Chiesa, trova la sua espressione nella sua singolare vicinanza all’uomo ed a tutte le sue vicende. In questo consiste il mistero della madre” (Redemptor hominis – 1979).

Consigli pratici
Perché l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria abbia una sua certa solennità, diamo i seguenti suggerimenti:
Preparazione spirituale per la consacrazione con la confessione, il S. Rosario e, per chi può, la S. Messa.

LA FAMIGLIA CRISTIANA

La famiglia cristiana, per la grazia dei Sacramenti vissuta in una concreta esperienza di fede e di carità, si pone come segno e riflesso dell’Amore Trinitario e come attuazione originale e immagine della Chiesa, tanto da meritare il nome di “chiesa domestica” (cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11).
Partecipa alla vita e alla missione della Chiesa, ricevendo e trasmettendo l’amore di Cristo.
La famiglia cristiana offre a Dio il culto spirituale con la preghiera comune e l’offerta del proprio stare insieme, nella fatica e nel riposo, nella sofferenza e nella gioia, celebrando l’Eucaristia nel giorno del Signore, procedendo insieme nel cammino di fede (Cf. CEI, La verità vi farà liberi, 1071-72).

LA CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA

Poste queste premesse, la consacrazione della famiglia al Cuore Immacolato della Madre di Dio si propone come valido aiuto a quanti vogliono vivere meglio alla sequela di Cristo Gesù.
Imitando le virtù di Maria, discepola perfetta di Cristo, la famiglia consacrata potrà testimoniare l’Amore di Dio nella Chiesa e nel mondo.
L’impegno della famiglia che vuole vivere sotto la guida particolare del Cuore di Maria si può articolare in tre punti fondamentali: penitenza, preghiera, riparazione.
– Penitenza: consiste nella riconciliazione in Cristo con il Padre, con i propri fratelli, con se stessi. Ciò richiede da parte di ciascuno la volontà di evitare il peccato, di obbedire alla legge di Dio espressa nei Comandamenti e in ciò che insegna il Magistero della Chiesa. Il sacramento della Riconciliazione è quindi indispensabile quale segno visibile che arricchisce con gli abbondanti doni della Grazia e che fortifica l’anima del credente che vuole vivere nello spirito della penitenza. Infine, ciascuno compia i doveri del proprio stato accettandone anche la fatica, il dolore, l’incomprensione, e viva testimoniando Cristo nel momento e nella situazione in cui si trova.
– Preghiera: visto che qui è considerata nell’ambito familiare, bisogna porre l’attenzione sulla preghiera liturgica che comprende la Messa, la celebrazione dei Sacramenti, la Liturgia delle ore, e sulla preghiera comunitaria non ufficiale, che comprende l’Adorazione Eucaristica, la Via Crucis, il Rosario.
Un’attenzione particolare merita il Rosario: la famiglia trovi il momento più adatto per pregare insieme nei giorni feriali e si unisca con Maria a lodare e ad invocare Gesù rivivendo con Lei i misteri salvifici del suo Figlio e meditandoli, come Lei, nel proprio cuore.
La famiglia poi non manchi di porre la giusta attenzione alla lettura ed alla meditazione della Parola di Dio.
Riparazione: la Croce di Cristo ricostruisce il giusto rapporto dell’uomo con Dio, riparando i danni causati dal peccato. Però “ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo” (Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 19).
In questo senso ciascun membro della famiglia può “riparare” i peccati dei propri fratelli rivolti al cuore di Dio ed al cuore di Maria, offrendo, in unione al sacrificio eucaristico, il bene compiuto, le preghiere, i dolori, per la conversione dei peccatori.
L’Eucaristia ha una sua centralità in questa azione “riparatrice” , e la famiglia, in virtù di questo orientamento spirituale verso il cuore di Maria, può sottolineare questa azione con la pia pratica dei primi sabati del mese.
Le tre intenzioni principali da tener sempre presenti in questo impegno di vita sono: La conversione dei peccatori, la riparazione dei peccati e la Pace nel mondo.

Condizioni generali e preparazione

Poiché la consacrazione riguarda la famiglia, è logico che questa sia costituita da almeno due persone.
Nel considerare l’impegno che questa consacrazione comporta, è bene che almeno due membri di una famiglia ne condividano i contenuti in modo che siano di testimonianza per gli altri membri e li invoglino indirettamente a condividere anche questa esperienza.
Possono esserci nella vita di ogni famiglia momenti di incomprensione, di smarrimento, di chiusura, di non condivisione anche nei riguardi di questa esperienza di vita spirituale. Proprio questo non diventi motivo di ulteriore attrito, ma ognuno rispetti la libertà dell’altro offrendo solidarietà e comprensione.

Per chi consacra anche la propria famiglia
Ci si procuri una statuetta o un’immagine della Madonna e la si collochi in un luogo decoroso della propria abitazione perché vi rimanga sempre e diventi “l’angolo bello” della casa, davanti a cui pregare quotidianamente (Cf. Stefano de Fiores e Salvatore Meo, Nuovo dizionario di mariologia).

Questo Atto di Consacrazione può essere rinnovato ogni anno, o in altre circostanze particolari.